Amici tutti, oggi sono stata a fare un bel giro
in alcune zone collinari della mia città. Non ci
crederete, ma vi ho pensato.
Per questo ho
scattato alcune foto per farvi ammirare, per
quanto è possibile, questa vallata. Purtroppo
dopo aver pranzato in una modesta trattoria,
dove si mangia Benissimo, è arrivato un temporale
con un abbondante acquazzone.
Il fiumicello che vedete nella foto, si chiama
Tramigna, forse ricorderete che l'anno scorso
le sue acque allagarono una parte della periferia
di Verona, provocando molti danni.
E per finire, la mia foto ho voluto metterla per
un saluto. Sono in controluce, ma non importa..
Idealmente vi abbraccio tutti.. Ciaoooooooooo
Quando ero bambina la scuola d'obbligo terminava
con la quinta elementare. I miei genitori erano
brave persone, oneste e laboriose, ma come la
maggior parte della gente del paese, non erano
istruiti. A quei tempi la mentalità comune tra la
gente semplice era che i maschietti con la
buona volontà di studiare, li mandavano a scuola
anche dopo le elementari, mentre per le bambine
sarebbe stato giusto farle diventare delle brave
donne di casa. Quindi anch'io all'età di 10-11 anni
dovevo badare ai due fratelli più piccoli e sbrigare
delle faccende di casa.
Nostra madre per arrotondare il modesto
salario di nostro padre, tribolando,andava a
lavare i panni nelle case dei signori di città.
Invidiavo un po'le mie amichette che giocavano
e qualche volta, correvo fuori e mi univo un po'
a loro, ma poi dovevo sbrigarmi per recuperare
il tempo perso. Una volta mentre stiravo, sentii
piangere il mio fratellino che avrà avuto 4 o 5 anni.
Mollai il ferro da stiro e corsi in cortile da lui.
Era caduto e si era sporcato la faccia. Allora lo
lavai nella fontanina con l'acqua sorgiva e lo feci bere.
Lui si tranquillizò ed io tornai in casa. Purtroppo il
ferro lasciato in malo modo, non solo bruciò la
coperta da stiro anche se era piegata più volte, ma
lasciò una profonda impronta di bruciato anche sul
tavolo di cucina. Mi misi a piangere dal dispiacere
per aver combinato quel guaio e poi al ritorno
mia madre mi sgridò severamente per la mia
disattenzione. Io che già mi sentivo male mi sarei
aspettata un po' di comprensione e quasi-quasi
mi offesi. Siccome avevo la lingua "lunga", mi girai
verso mia madre rispondendo che se invece di stare
in casa a stirare fossi andataa giocare come altre
bambine, non avrei combinato quel malanno.
Con il passare degli anni mia madre ricordando
quell'episodio mi disse che la mia risposta fu giusta,
e per quel motivo si mise a lavorare in casa
confezionando pantaloni da lavoro, per un negozio.
In quel modo potè sorvegliare maggiormente la famiglia.
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Con un amichevole abbraccio ringrazio tutti voi,
amici splinderiani, se mi lascierete un vostro
pensiero sulle fatiche della povera gente e sui diritti
dei bambini..
Chi non è più giovanissimo, come me, avrà avuto
delle esperienze analoghe.
Ciaooooooooooooooo e buon inizio di settimana a tutti.